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Oggi i social network e la comunicazione sono una vetrina fondamentale, che ci piaccia o no dobbiamo fare i conti con la trasformazione digitale. Basta pensare a tutte le nuove professioni e nuove opportunità lavorative ad oggi esistenti rese possibile grazie all’innovazione tecnologica.

 Si parla oggi di digital skills e attitudini digitali che se non adeguatamente sviluppate potrebbero rischiare di farci rimanere indietro o in alcuni casi essere penalizzati.

Cos’è il social recruiting?

Siamo circondati e, a volte anche bombardati dal web, ma come ogni cosa dobbiamo prestare attenzione al corretto utilizzo della rete, sia per mantenere un’immagine coerente di noi stessi sia per promuoverci adeguatamente.

Il personal branding, per quasi tutti, si crea nella vita di tutti i giorni, dal vivo, e si diffonde e si riporta nel mondo on line.

Da qualche anno è ormai noto l’impatto che i social network hanno avuto sulle aziende, e in particolar modo i professionisti HR in fase di selezione dedicano una buona parte del loro tempo all’analisi dei candidati ricercando informazioni su internet e visualizzando i profili Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn per farsi un’idea generale del tipo di persona che si ha davanti.

In fase di selezione si può quindi essere fortemente penalizzati in caso di profili poco accurati, scarni o contenenti materiali inappropriati. È quindi importante scegliere quali contenuti rendere pubblici e quali invece è meglio mantenere privati, per gestire i social in maniera consapevole e difendere la propria privacy.

Immagina ad esempio di essere un professionista che da poco ha creato una piccola start-up, se non racconti con parole e immagini quello che fai nessuno saprà che esisti, a parte la tua rete di contatti familiari/personali, che non saranno però sufficienti a tenere aperta la tua attività e a permetterti di trovare nuovi clienti.

Lo stesso processo avviene quando stiamo cercando lavoro, se non sei attivo sulle piattaforme social e non interagisci con nessuno difficilmente il tuo profilo verrà notato.

L’effetto prima impressione vale anche sul web?

La risposta è si!

Nei primi istanti di interazione, ovvero in meno di 30 secondi, siamo in gradi di dare un giudizio su una persona. Quello che facciamo in questo brevissimo lasso di tempo, in maniera inconsapevole, è crearci una rappresentazione mentale, un’idea, un’immagine di fondo della persona con cui stiamo interagendo che può essere positiva o negativa e che condizionerà inevitabilmente la relazione futura.  A partire da quell’immagine, infatti, non faremo altro che cercare, sempre inconsapevolmente, tutti i segnali, gli elementi e le informazioni che confermeranno la nostra rappresentazione iniziale.

Fare una buona impressione dal vivo diventa più complicato se nelle foto profilo mettiamo immagini distanti dalla realtà.

Essendo la comunicazione un processo circolare, questo vale sia per i candidati che per le aziende! Anche le aziende devono curare la loro immagine, dentro e fuori i social, per risultare interessanti e attrarre talenti. La forza dei social, basata sull’ampiezza degli accessi e delle interazioni, risiede proprio nel coinvolgere il maggior numero possibile di utenti attraverso contenuti originali e di successo.

E se il colloquio non fosse in presenza?

La pandemia che abbiamo affrontato, e che stiamo ancora affrontando, ci ha insegnato l’importanza e il valore di una tra le più importanti soft skills, la flessibilità!

Essere flessibili è ormai diventato uno dei requisiti da possedere sia per adattarsi agli innumerevoli cambiamenti e trasformazioni della società ma anche per prepararsi ad affrontare le nuove modalità con cui le aziende selezionano i candidati, basate principalmente su strumenti digitali.

Occorre innanzitutto precisare che esistono due tipologie differenti di video colloquio. Nella prima i candidati sono chiamati a registrare un video in cui rispondono ad una serie di domande scelte dal recuiter. In questo caso, il selezionatore avrà la possibilità di vedere e valutare il video in un momento successivo. La seconda tipologia, che è anche la più diffusa, consiste nel sostenere un vero e proprio colloquio live.

E allora come affrontarlo?

Non ci sono regole universali per affrontare un video colloquio ma quello che è importante considerare è che le accortezze sono le stesse di un colloquio in presenza, per cui è necessario non sottovalutare alcun elemento. Primo fra tutti il dress code, vestiti bene cercando di riprodurre l’ambiente di un vero colloquio e verifica che la stanza in cui ti trovi sia in ordine. Verifica gli strumenti e i dispositivi, come connessione internet, accessi, link, ecc. Ricorda inoltre di rimuovere qualsiasi distrazione, cellulare o rumori di sottofondo, insomma assicurati che intorno a te ci sia la giusta privacy.

Oltre a prepararti sull’azienda e sulla posizione lavorativa, prepara anche un racconto di te stesso che sia coinvolgente… uno storytelling accattivante è sicuramente più efficace di un semplice racconto cronologico del percorso formativo e professionale.

E infine, mantieni sempre il contatto visivo, è l’unico aspetto della comunicazione non verbale che puoi sfruttare per far percepire all’altro presenza e interesse!