La Giornata della Memoria 2024: l’urlo di Synergie contro la discriminazione

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Il "Giorno della Memoria" è stato istituito in Italia con L. n. 211/2000 in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

“Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, è che dalla storia l'uomo non ha imparato niente.” | Georg Wilhelm Friedrich Hegel

È con questa citazione che oggi, 27 gennaio vogliamo dedicare alcune riflessioni a questa ricorrenza.

Il 1° novembre 2005, in occasione dei 60 anni dalla liberazione dei campi di concentramento, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato ufficialmente il 27 gennaio “Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto”.

Il 27 gennaio del 1945, infatti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le truppe sovietiche avevano varcato e demolito i cancelli del terribile campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia.

Nonostante gli innumerevoli tentativi da parte dei tedeschi di nascondere le prove dei loro crimini, rimuovendo i cadaveri, camuffandoli o nascondendoli, i segni dell’orrore perpetrato furono evidenti. Milioni di persone erano state uccise a seguito delle misure di persecuzione razziale e politica, di pulizia etnica e di genocidio del regime nazista.

Questo odio insensato nasceva dalla convinzione che la presenza in Europa del popolo ebraico, definito parassita, potesse mettere in pericolo il potere dei nazisti, che si definivano di razza superiore.

Correva l’anno 1940 e a causa della campagna espansionistica di Hitler, gli ebrei, tedeschi e non, furono spogliati di ogni diritto civile e internati nei ghetti di grandi città come Cracovia, Praga e Varsavia. Divennero sempre più frequenti fucilazioni e massacri. Migliaia di uomini, donne e bambini furono reclutati come schiavi nelle fabbriche e industrie belliche, in diversi campi di concentramento sparsi in tutta Europa.

Due anni più tardi Hitler ordinò la “soluzione finale”: l’annientamento totale del popolo ebreo in Europa. Il primo campo di sterminio a mettere in pratica questo orribile disegno fu quello di Chełmno in Polonia; poi toccò a Bełżec, Sobibór, Treblinka, Majdanek... ma il più grande fu quello di Auschwitz-Birkenau. I prigionieri non erano più internati per lavorare ma per essere brutalmente maltrattati e uccisi con l’uso di gas tossici e fucilazioni di massa.

Ad oggi si stimano circa 15 milioni di vittime in totale tra il 1933 e il 1945, di cui, secondo le deposizioni di membri delle SS al processo di Norimberga, quasi 6 milioni di ebrei.

Tutto quello che abbiamo raccontato è tristemente noto come OLOCAUSTO (dal greco ὁλόκαυστος (holòkaustos, "bruciato interamente", la più retta forma di sacrificio prevista dal giudaismo) o anche con il temine ebraico SHOAH, che sta a significare letteralmente “CATASTROFE”.

Cosa c’è alla base di tutto questo orrore? Il terzo Reich aveva in progetto l’eliminazione totale di alcune categorie ben precise: dalle popolazioni delle regioni orientali europee occupate, ritenute "inferiori", agli oppositori politici, passando per nazioni e gruppi etnici quali rom, sinti, jenisch, gruppi religiosi come i testimoni di Geova e pentecostali, gli omosessuali, i malati di mente e i portatori di handicap. I cosiddetti “indesiderabili”, per motivi da rintracciarsi in questioni non solo religiose e culturali, ma politiche ed conomiche.

Fino a che punto l’essere umano è in grado di compiere azioni di violenza e discriminazione per interesse e paura del diverso?

Oggi dovremmo essere più consapevoli. Tuttavia, le guerre in corso ci dimostrano che non abbiamo imparato nulla in seguito a questi terribili fatti. Ancora si muore per mano di chi pretende di avere un diritto di supremazia su un popolo o su un’altra persona.

Qual è la soluzione? Ci piacerebbe avere una formula magica che ci permettesse di cancellare tutto il male del mondo.

Siamo convinti che sia fondamentale iniziare a costruire passo dopo passo una cultura basata sull'inclusione e sul rispetto delle diversità. Possiamo farlo uscendo dal nostro autocentrismo, aprendoci e ponendoci in ascolto delle tante storie delle Persone e di tutti i Popoli che vivono su questa Terra.

a cura di Antonia Del Vecchio, Disability Manager

Un progetto di formazione scolastica, dalla parte dei ragazzi. L'iniziativa, nata dalla partnership tra Synergie Italia, Fondazione Carolina e Risorse Italia, si propone di fornire agli studenti le competenze chiave per navigare nel web in modo sicuro. Il percorso "Cittadinanza digitale: una partita da vincere" ha già coinvolto migliaia di studenti su scala nazionale.

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