Quando si parla di lavoro e inclusione, uno dei temi che torna spesso è quello delle categorie protette. Ma che cosa significa davvero? A chi si riferisce questo termine? E perché è così importante, soprattutto quando si parla di diritti e di pari opportunità? In questo articolo proviamo a fare chiarezza su cosa sono le categorie protette, chi ne fa parte, cosa dice la legge che le tutela e come fare per iscriversi.
A cosa si riferisce l’espressione categorie protette?
Con l’espressione “categorie protette” ci si riferisce a tutte quelle persone che si trovano in una condizione fisica, psichica o sociale e che hanno diritto a un supporto concreto per entrare (o rientrare) nel mondo del lavoro.
L’obiettivo è semplice e importante: garantire pari opportunità e permettere a tutti di accedere a un impiego che tenga conto delle proprie capacità, senza essere penalizzati da condizioni personali che non dipendono dalla propria volontà.
Chi può accedere?
La legge italiana stabilisce chiaramente chi può essere considerato parte delle categorie protette. Non si tratta solo di persone con disabilità, ma anche di altri gruppi che si trovano in situazioni difficili. Ecco un elenco dei principali:
Persone con invalidità civile riconosciuta superiore al 45%;
Lavoratori con invalidità da infortunio sul lavoro superiore al 33%;
Persone non vedenti o sordomute;
Vedove e orfani di guerra, di servizio o di lavoro;
Profughi e categorie equiparate;
Familiari di grandi invalidi.
In tutti questi casi, l’inserimento lavorativo può risultare più difficile. Per questo è previsto un sistema di tutela che aiuta queste persone ad avere accesso a opportunità concrete.
La legge 68/99: il collocamento mirato
Il riferimento normativo più importante è la Legge 68 del 1999, che ha introdotto il concetto di collocamento mirato.
Cosa vuol dire? Significa che l'inserimento lavorativo delle persone appartenenti alle categorie protette non avviene in modo casuale, ma viene pensato tenendo conto delle abilità della persona e delle caratteristiche dell’azienda.
L’obiettivo è favorire un incontro equilibrato e sostenibile tra domanda e offerta di lavoro.
Cosa prevede la legge per le aziende?
La legge impone anche degli obblighi alle aziende, pubbliche e private, in base alla loro dimensione:
da 15 a 35 dipendenti: devono assumere almeno 1 persona appartenente alle categorie protette;
da 36 a 50 dipendenti: devono assumere almeno 2 persone;
oltre 50 dipendenti: la quota sale al 7% del totale dei lavoratori.
Chi rispetta questi obblighi può accedere a incentivi e agevolazioni fiscali; chi non lo fa, rischia sanzioni.
Inoltre, molte imprese scelgono di investire nel collocamento mirato non solo per rispettare la legge, ma anche perché credono davvero nel valore dell’inclusione.
Quali vantaggi offre l’iscrizione alle categorie protette?
Essere iscritti alle categorie protette non significa avere un “pass” per ottenere un lavoro, ma vuol dire avere più strumenti e occasioni a disposizione. Tra i principali vantaggi ci sono:
accesso a offerte di lavoro riservate tramite i Centri per l’Impiego;
possibilità di partecipare a percorsi formativi personalizzati;
posti riservati nei concorsi pubblici;
colloqui mirati e più attenzione nei processi di selezione da parte delle aziende obbligate ad assumere.
Non è una corsia preferenziale: è un modo per riequilibrare la partenza e permettere a tutti di avere le stesse possibilità.
Requisiti per iscriversi alle categorie protette
Chi può fare domanda per essere iscritto alle categorie protette? Servono alcuni requisiti precisi, tra cui:
avere un grado di invalidità di almeno il 46% (o il 33% se si tratta di invalidità da lavoro);
essere disoccupati, anche se ci sono delle eccezioni per chi ha un lavoro part-time o precario;
avere una certificazione medica ufficiale rilasciata dall’ASL, dall’INAIL o da enti competenti;
essere residenti o domiciliati nella provincia in cui si fa richiesta.
Come iscriversi alle categorie protette?
L’iscrizione è gratuita, semplice e può essere fatta presso il Centro per l’Impiego (CPI) della propria zona. Ecco i passaggi principali:
ottenere il certificato che attesta l’invalidità (rilasciato dalla commissione medica ASL o INAIL);
recarsi al Centro per l’Impiego e compilare la domanda per il collocamento mirato;
presentare i documenti richiesti (documento d’identità, codice fiscale, certificato medico);
eventualmente, sostenere un colloquio conoscitivo/orientativo con un operatore.
Anche chi è già occupato può iscriversi: in questo modo potrà accedere a offerte future, aggiornare il proprio profilo professionale o partecipare a percorsi formativi dedicati.
Essere parte delle categorie protette significa avere diritto a un supporto reale per entrare (o rientrare) nel mondo del lavoro. Conoscere la Legge 68/99, sapere quali sono i requisiti e come fare domanda può fare la differenza.